Conservare le uova, metodi di un tempo ma ancora validi

Uova destinate a essere conservate
Allevamenti, Avicoli
la Redazione
Mi interesserebbe conoscere alcuni metodi che un tempo venivano usati nelle nostre campagne per conservare le uova da destinare al consumo umano, soprattutto durante i mesi invernali quando scarseggiavano.
La risposta della redazione.
Per conservare le uova un metodo prevedeva l’utilizzo dell’acqua di calce. Si mescolavano quattro parti di acqua con una parte di calce viva e si lasciava riposare per 24 ore. Dopo questo tempo si immergevano le uova nel liquido facendo in modo che ne fossero sempre ricoperte. In questa maniera le uova si mantenevano sane per 5-7 mesi. Un altro metodo consisteva nello stratificare le uova con sale fino in una cassa foderata con carta da sistemare poi in un locale fresco e asciutto, come per esempio una cantina. Sul fondo della cassa veniva posto uno strato di circa mezzo centimetro di sale fino e su questo strato veniva poi posizionato un primo strato di uova, poste una accanto all’altra. Anche gli spazi tra le uova venivano colmati di sale e si procedeva così con diversi strati di uova separati da strati di sale, fino a riempimento della cassa, con l’ultimo strato di sale. Le uova conservate in questo modo si mantenevano sane anche per 8-9 mesi. Per la conservazione si prestavano le uova deposte da galline allevate senza il gallo e quindi non fecondate. Le uova fecondate infatti contengono il germe (da cui ha origine il pulcino) che, decomponendosi in seguito alla mancata incubazione, favorisce il deterioramento dell’uovo.

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