La toxoplasmosi (che generalmente non si manifesta con segni evidenti, salvo l’ingrossamento dei linfonodi del collo e, talvolta, un po’ di febbre) è provocata dal contatto con un microrganismo che vive come parassita in diversi animali come maiali, pecore e soprattutto gatti (più a rischio sono i gatti randagi non controllati periodicamente dal veterinario). Salvo il caso di soggetti particolarmente deboli o che abbiano altre gravi malattie in atto (tumori, aids, ecc.), la toxoplasmosi non è una malattia pericolosa. Se però è contratta durante la gravidanza, può causare gravi conseguenze per il feto come aborto (soprattutto nel 1° trimestre) oppure disturbi visivi fi no alla cecità e al ritardo psicomotorio e/o mentale. Per una corretta prevenzione è fondamentale che la donna sia al corrente del suo grado di immunizzazione nei confronti del toxoplasma (accertabile con un semplice esame del sangue - lo stesso test può essere eseguito anche sul gatto di casa dal veterinario) prima dell’inizio della gravidanza e comunque il più presto possibile, soprattutto se si vive in campagna o a stretto contatto con gatti. L’infezione può avvenire, infatti, sporcandosi con feci di gatto, ma anche consumando verdure crude contaminate e mangiando carni crude (anche molti salumi sono crudi!) o poco cotte. Se dunque il livello di protezione anticorpale non è soddisfacente, è opportuno che in gravidanza si presti attenzione alle seguenti regole igienicosanitarie: mangiare carne solo se ben cotta; lavare accuratamente frutta e verdura; lavarsi bene le mani dopo ogni contatto con gatti; eventualmente incaricare un’altra persona di occuparsi dei gatti e delle loro lettiere; non far entrare in casa gatti randagi; indossare i guanti durante i lavori nel giardino e nei campi (il terriccio e i vegetali potrebbero essere contaminati da deiezioni di gatto).
Toxoplasmosi, cos’è e quali i rischi se contratta in gravidanza
Come si manifesta la toxoplasmosi? È così pericoloso contrarla in gravidanza? E come è possibile prevenirla?
La risposta della redazione.
La toxoplasmosi (che generalmente non si manifesta con segni evidenti, salvo l’ingrossamento dei linfonodi del collo e, talvolta, un po’ di febbre) è provocata dal contatto con un microrganismo che vive come parassita in diversi animali come maiali, pecore e soprattutto gatti (più a rischio sono i gatti randagi non controllati periodicamente dal veterinario). Salvo il caso di soggetti particolarmente deboli o che abbiano altre gravi malattie in atto (tumori, aids, ecc.), la toxoplasmosi non è una malattia pericolosa. Se però è contratta durante la gravidanza, può causare gravi conseguenze per il feto come aborto (soprattutto nel 1° trimestre) oppure disturbi visivi fi no alla cecità e al ritardo psicomotorio e/o mentale. Per una corretta prevenzione è fondamentale che la donna sia al corrente del suo grado di immunizzazione nei confronti del toxoplasma (accertabile con un semplice esame del sangue - lo stesso test può essere eseguito anche sul gatto di casa dal veterinario) prima dell’inizio della gravidanza e comunque il più presto possibile, soprattutto se si vive in campagna o a stretto contatto con gatti. L’infezione può avvenire, infatti, sporcandosi con feci di gatto, ma anche consumando verdure crude contaminate e mangiando carni crude (anche molti salumi sono crudi!) o poco cotte. Se dunque il livello di protezione anticorpale non è soddisfacente, è opportuno che in gravidanza si presti attenzione alle seguenti regole igienicosanitarie: mangiare carne solo se ben cotta; lavare accuratamente frutta e verdura; lavarsi bene le mani dopo ogni contatto con gatti; eventualmente incaricare un’altra persona di occuparsi dei gatti e delle loro lettiere; non far entrare in casa gatti randagi; indossare i guanti durante i lavori nel giardino e nei campi (il terriccio e i vegetali potrebbero essere contaminati da deiezioni di gatto).
La toxoplasmosi (che generalmente non si manifesta con segni evidenti, salvo l’ingrossamento dei linfonodi del collo e, talvolta, un po’ di febbre) è provocata dal contatto con un microrganismo che vive come parassita in diversi animali come maiali, pecore e soprattutto gatti (più a rischio sono i gatti randagi non controllati periodicamente dal veterinario). Salvo il caso di soggetti particolarmente deboli o che abbiano altre gravi malattie in atto (tumori, aids, ecc.), la toxoplasmosi non è una malattia pericolosa. Se però è contratta durante la gravidanza, può causare gravi conseguenze per il feto come aborto (soprattutto nel 1° trimestre) oppure disturbi visivi fi no alla cecità e al ritardo psicomotorio e/o mentale. Per una corretta prevenzione è fondamentale che la donna sia al corrente del suo grado di immunizzazione nei confronti del toxoplasma (accertabile con un semplice esame del sangue - lo stesso test può essere eseguito anche sul gatto di casa dal veterinario) prima dell’inizio della gravidanza e comunque il più presto possibile, soprattutto se si vive in campagna o a stretto contatto con gatti. L’infezione può avvenire, infatti, sporcandosi con feci di gatto, ma anche consumando verdure crude contaminate e mangiando carni crude (anche molti salumi sono crudi!) o poco cotte. Se dunque il livello di protezione anticorpale non è soddisfacente, è opportuno che in gravidanza si presti attenzione alle seguenti regole igienicosanitarie: mangiare carne solo se ben cotta; lavare accuratamente frutta e verdura; lavarsi bene le mani dopo ogni contatto con gatti; eventualmente incaricare un’altra persona di occuparsi dei gatti e delle loro lettiere; non far entrare in casa gatti randagi; indossare i guanti durante i lavori nel giardino e nei campi (il terriccio e i vegetali potrebbero essere contaminati da deiezioni di gatto).
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