I piccoli comuni italiani non sono più soli

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la Redazione
28 settembre 2017

Con la seduta del 28 settembre 2017 il Senato ha approvato la legge per le «Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni», attesa da più di quindici anni

Nel nostro Paese vi sono oltre 7.978 comuni e, di questi, 5.567 (circa il 70%) hanno meno di 5.000 abitanti; la maggior parte di essi si trova in Lombardia (1.055) e in Piemonte (1.067), ma è un fenomeno che interessa tutte le regioni italiane, anche nelle cause e nelle problematiche. Circa 10 milioni sono i cittadini che vivono in questi territori e altrettanti vi sono legati affettivamente per motivi di provenienza e origine. I piccoli comuni occupano e amministrano oltre il 54% del territorio nazionale e sono i custodi di gran parte del nostro straordinario patrimonio artistico, storico, naturalistico ed enogastronomico: sono quindi dei presidi insostituibili per la tutela e la cura del territorio, specie di collina e montagna. L’importanza, poi, che ricoprono nelle filiere alimentari è confermato dal fatto che il 92% delle certificazioni Dop e Igp e il 70% dei grandi vini hanno a che vedere con i piccoli comuni.

Una legge tanto attesa

A sostegno di questa Italia operosa, già nel 2001 era stato presentato un primo disegno di legge relativo a «Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5.000 abitanti». Dopo sedici anni, i piccoli comuni possono quindi vantare una legge che li tutela e favorisce lo sviluppo delle loro peculiarità. 

L’obiettivo della legge è quello di migliorare le condizioni di vita di coloro che abitano in queste zone, intervendo sulle cause che sono alla base dei fenomeni di abbandono e spopolamento che sono da imputare, tra l’altro, alla drastica riduzione dei servizi al cittadino (uffici postali, presìdi territoriali scolastici, sanità, trasporti ecc.), ma anche all’insufficiente manutenzione del territorio e alla difficoltà di sopravvivenza degli esercizi commerciali per la scarsa presenza di acquirenti.

Concretamente viene anche istituito un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dotato di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023. Tra i diversi interventi considerati prioritari dalla stessa legge, sono da sottolineare, per l’importanza sulla vita rurale, quelli volti:

  • all’acquisizione e riqualificazione di terreni e di edifici in stato di abbandono o di degrado per l’avvio di nuove attività turistiche e commerciali volte alla valorizzazione e alla promozione del territorio e dei suoi prodotti, favorendo l’imprenditoria giovanile;
  • recupero e riqualificazione urbana dei centri storici, anche ai fini della realizzazione di alberghi diffusi;
  • recupero dei pascoli montani, anche al fine di favorire la produzione di carni e di formaggi di qualità.

Per chi fosse interessato a conoscere tutti i dettagli della legge appena approvata rimandiamo al sito del Senato

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