La potatura è uno dei momenti cruciali nella gestione del vigneto. Ma quando è il momento giusto per iniziare? La risposta è semplice: dobbiamo aspettare la caduta delle foglie
Attendere la caduta delle foglie prima di procedere con la potatura della vite non è un capriccio della tradizione, ma una necessità biologica: in questo modo permettiamo alla pianta di accumulare le preziose sostanze di riserva nei tralci, nel fusto e nelle radici.
La questione del clima e della zona geografica
Se coltiviamo la vite al Nord o in zone dove l’inverno mostra i denti con temperature sotto i –7/–8 °C, conviene pazientare fino a metà gennaio. Per tutti gli altri, la potatura può partire già in autunno. In particolare, possiamo intervenire prima sui vigneti “meno delicati”:
- quelli di collina, naturalmente protetti
- nelle zone dal clima invernale clemente, dove le gelate primaverili sono rare
- i vitigni precoci come Pinot, Chardonnay e Sauvignon bianco, il cui legno maturo sfida meglio il freddo
- i vitigni medio-tardivi (i più comuni), soprattutto dopo annate generose di sole e vendemmie anticipate
- i vigneti a spalliera bassa tipo Guyot o cordone speronato, con più di 5-6 anni di età, più resistenti rispetto ai sistemi alti come Sylvoz, Casarsa o pergole
Gli strumenti giusti fanno la differenza
La qualità del taglio è fondamentale. Servono forbici ben affilate e sempre disinfettate, che garantiscano tagli netti e puliti: quelle elettriche sono un alleato prezioso: riducono la fatica e assicurano un lavoro preciso.
L’importanza dell’equilibrio produttivo
La chiave di una buona potatura sta nel valutare attentamente la carica di gemme da lasciare su ogni ceppo, che influenzerà direttamente la produttività del vigneto per l’anno successivo. Se la produzione precedente vi ha soddisfatto sia per quantità che per qualità, mantenete la stessa carica di gemme. In caso contrario, adattate la potatura: su piante molto vigorose, aumentate il numero di gemme per ceppo per moderarne l’esuberanza; su piante più deboli, invece, riducete la carica di gemme per stimolarne la vigoria, supportando l’intervento con concimazioni adeguate e un buon controllo delle infestanti.
La gestione corretta dei residui
I residui di potatura rappresentano una preziosa risorsa per il vigneto. Di norma, vanno raccolti preferibilmente a interfilari alterni e triturati sul posto con una trinciasarmenti: in questo modo contribuiranno ad arricchire il terreno di sostanza organica. C’è però un’importante eccezione: in presenza di malattie del legno, in particolare il mal dell’esca, i tralci devono essere allontanati dal vigneto per evitare la diffusione delle patologie.