Scalogno. Come coltivare lo scalogno nel Sud Italia

Piante di scalogno
Orto
la Redazione
Abito in provincia di Bari, a 375 metri sul livello del mare e a circa 15 km dal mare stesso. Da noi, al sud, fino a tempi molto recenti, lo scalogno era sconosciuto. Da qualche tempo lo si può trovare nei più grossi supermercati e viene acquistato da qualche appassionato di cucina. Gradirei sapere se conoscete qualche esperienza di coltivazione di scalogno al Sud. Vorrei anche avere da voi dei consigli per coltivare lo scalogno dalle nostre parti: le varietà più idonee, i tempi e le modalità di coltivazione, il terreno più adatto, ecc.
La risposta della redazione.
Non siamo a conoscenza di esperienze di coltivazione dello scalogno nel Meridione, ma non è detto che non ve ne siano. È un prodotto diffuso nelle regioni del Nord, specialmente in Emilia-Romagna. Lo scalogno preferisce terreni sciolti o tendenti alla scioltezza, ma si adatta anche ad altri tipi di terreno purché sia consentito un perfetto sgrondo dell’acqua, dato che questa coltura teme molto i ristagni idrici. Il ciclo di coltivazione ha una durata di 120-150 giorni. Probabilmente nella zona del lettore (al Sud, ma in collina) sarebbe opportuno iniziare la coltura (interrando i bulbilli) al termine dell’inverno, quando il pericolo di possibili periodi freddi o di gelate è terminato (metà/fine febbraio-primi di marzo). Nelle aree più miti del Centro-Sud si può iniziare in autunno. Lo scalogno si coltiva in linea di massima come l’aglio. Per la concimazione non è opportuno impiegare letame o compost prima dell’impianto. È invece consigliabile usare, limitatamente, concimi azotati quando le piante cominciano a vegetare attivamente; per esempio si possono somministrare 25-30 grammi per metro quadrato di nitrato ammonico-26, di cui un terzo circa (8-10 grammi) durante i lavori di preparazione per l’impianto e il rimanente in copertura in più volte (per esempio tre apporti di 6-7 grammi l’uno, circa ogni due settimane). È poi consigliabile distribuire (per metà prima dei lavori di fondo e per metà prima dell’impianto) 30-40 grammi per metro quadrato di perfosfato minerale- 19 e 20-30 grammi per metro quadrato di solfato di potassio-50. L’impianto dei bulbilli si esegue alla distanza media di 20-30 centimetri tra le file e 15 centimetri sulla fila. La profondità d’impianto è di circa 1 centimetro o un po’ maggiore nei terreni sciolti. I tipi più diffusi sono lo scalogno di Romagna (di forma un po’ allungata) e quello detto «Francese» (di aspetto più tondeggiante), acquistabili, presso i maggiori rivenditori, anche per corrispondenza. Lo scalogno si può moltiplicare anche per seme, ma le sementi sono disponibili solo a livello professionale.

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