La «Giornata mondiale dell’acqua», occasione per riflettere sulla gestione delle risorse idriche in agricoltura

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la Redazione
22 marzo 2023

L’acqua dolce è solo una piccola parte delle riserve idriche della Terra e si sta assistendo a una riduzione della sua disponibilità: è necessario mettere in atto ogni mezzo atto a migliorare l’efficienza di questo elemento indispensabile per la vita e le attività umane

Il più importante successo conseguito dalla tecnica agronomica nel XX secolo consiste nell’aver portato la percentuale della popolazione mondiale che soffre di problemi di sottonutrizione dal 50% del 1945 all’11% del 2017. Tale risultato è frutto della «rivoluzione verde», che ha interessato il settore agricolo nel XX secolo, coinvolgendo in particolare la genetica (nuove varietà vegetali e nuove razze di bestiame assai più produttive e assai più pregiate sul piano qualitativo) e le tecniche colturali (lavorazioni, concimazioni, diserbi, interventi fitosanitari, tecniche di raccolta, lavorazione e conservazione dei prodotti, tecniche di allevamento del bestiame, ecc.).

L’agricoltura irrigua si è rivelata un elemento chiave per il successo della rivoluzione verde in quanto la superficie irrigua rappresenta oggi il 20% degli arativi totali (circa 300 milioni di ettari su un totale di 1,5 miliardi) e realizza il 40% della produzione agricola degli arativi stessi. A livello agricolo l’irrigazione ha l’enorme merito di stabilizzare le produzioni, evitando che le annate di siccità si traducano in annate di carestia. L’adozione dell’irrigazione consente rese non solo più elevate, ma anche assai meno variabili da un anno all’altro. Per questo in agricoltura l’abbandono dell’irrigazione significherebbe non solo mettere a repentaglio i redditi dei produttori, ma anche esporre larghe fasce della popolazione mondiale alla carestia.

Circa i consumi idrici delle colture occorre altresì considerare che la produzione mondiale ettariale delle colture più importanti per la sicurezza alimentare globale (frumento, mais, riso, soia, orzo e sorgo) è aumentata di 4-6 volte in 100 anni, il che ha comportato un incremento di 4-6 volte dei consumi idrici, in quanto occorrono per esempio 500 litri d’acqua per produrre 1 kg di granella di mais e 2.000 litri d’acqua per 1 kg di granella di riso. Da segnalare inoltre che in agricoltura un rilevante consumo idrico è da attribuire alla zootecnia; in particolare, secondo la FAO la produzione di alimenti vegetali per la zootecnia è responsabile dell’8% dei consumi idrici totali in agricoltura e consumi d’acqua consistenti si registrano inoltre per l’abbeverata del bestiame e per la pulizia delle stalle.

I dati sopra riportati portano a dedurre che i consumi idrici in agricoltura devono essere commisurati alle esigenze degli esseri viventi (piante coltivate e animali d’allevamento) e alle esigenze idriche dell’agro-ecosistema. È tuttavia evidente che le risorse idriche sono un bene sempre più limitato e dunque si rivela necessario domandarsi se non sia possibile risparmiare acqua in agricoltura. La risposta è senza dubbio positiva, in quanto negli ultimi decenni l’agronomia ha messo a punto molteplici soluzioni di grande interesse. Ci si riferisce qui in particolare a:

  • sistemi di irrigazione più efficienti (per esempio l’irrigazione a pioggia o a goccia in luogo dei tradizionali sistemi di irrigazione per scorrimento);
  • individuazione del momento ottimale per l’intervento irriguo tramite tecniche adeguate (per esempio bilancio idrico delle colture) in modo da utilizzare l’irrigazione quando è davvero necessaria e nelle quantità corrette;
  • ottimizzazione delle altre tecniche agronomiche (lavorazioni del terreno, concimazioni, diserbo) al fine di contenere i consumi idrici delle piante coltivate;
  • messa a punto, anche tramite tecniche di ingegneria genetica, di nuove varietà più efficienti nell’uso dell’acqua o in grado per esempio di valorizzare le tanto diffuse acque salmastre.

L’agricoltura consuma i due terzi dell’acqua dolce utilizzata nel mondo; è quindi necessario razionalizzarne l’impiego somministrandola alle colture quando realmente è necessario e sostituendo  ve possibile i metodi irrigui a bassa efficienza, quali l’irrigazione per scorrimento (nella foto a sinistra), con sistemi più moderni ed efficienti, come la microirrigazione a goccia (nella foto a destra).

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