Nella conversione in frutteto biologico di un terreno agricolo prima coltivato a mais bisogna innanzitutto considerare che la coltivazione del mais, se non in regime di coltura biologica, si attua sicuramente con l’impiego di concimi chimici e diserbanti distribuiti all’epoca della semina o subito dopo di essa. Trascorsi 5-6 mesi, l’effetto delle concimazioni chimiche si può considerare quasi del tutto esaurito, poiché la pianta di mais è una coltura depauperante del terreno, cioè una coltura che asporta da esso grandi quantità di elementi nutritivi. Sulle colture frutticole impiantate dopo il mais l’effetto residuo del diserbante è da ritenersi del tutto trascurabile; mentre i residui nel terreno, dopo l’asportazione del cereale, possono ancora esistere, seppure in misura estremamente bassa. L’impiego di abbondanti concimazioni organiche, in questo caso del buon letame maturo di 8-12 mesi, potranno molto migliorare la situazione fisicochimica del terreno. Inoltre dobbiamo sempre tenere in considerazione il fatto che l’impianto di un frutteto, sia esso di drupacee o di pomacee, impiega alcuni anni (dai 2 ai 4) a entrare in produzione, per cui certamente a quel tempo non ci sarà nulla da temere. Se il nostro lettore non impiega prodotti di sintesi nella difesa fitosanitaria e usa i concimi utilizzabili in agricoltura biologica può ottenere dal suo frutteto delle produzioni biologiche che potranno essere certificate da un Ente certificatore.
Conversione terreno agricolo da mais a frutteto biologico
Ho acquistato un campicello che è stato per più anni coltivato a mais e quindi certamente è stato trattato con diserbanti, concimi, ecc. Ora, dal mese di settembre 2003, non è coltivato e io vorrei trasformarlo in frutteto. Come potrei disinquinarlo completamente in modo da avere la sicurezza di non nutrirmi né i diserbanti né di altre sostanze tossiche? Qual è la procedura che dovrei seguire?
La risposta della redazione.
Nella conversione in frutteto biologico di un terreno agricolo prima coltivato a mais bisogna innanzitutto considerare che la coltivazione del mais, se non in regime di coltura biologica, si attua sicuramente con l’impiego di concimi chimici e diserbanti distribuiti all’epoca della semina o subito dopo di essa. Trascorsi 5-6 mesi, l’effetto delle concimazioni chimiche si può considerare quasi del tutto esaurito, poiché la pianta di mais è una coltura depauperante del terreno, cioè una coltura che asporta da esso grandi quantità di elementi nutritivi. Sulle colture frutticole impiantate dopo il mais l’effetto residuo del diserbante è da ritenersi del tutto trascurabile; mentre i residui nel terreno, dopo l’asportazione del cereale, possono ancora esistere, seppure in misura estremamente bassa. L’impiego di abbondanti concimazioni organiche, in questo caso del buon letame maturo di 8-12 mesi, potranno molto migliorare la situazione fisicochimica del terreno. Inoltre dobbiamo sempre tenere in considerazione il fatto che l’impianto di un frutteto, sia esso di drupacee o di pomacee, impiega alcuni anni (dai 2 ai 4) a entrare in produzione, per cui certamente a quel tempo non ci sarà nulla da temere. Se il nostro lettore non impiega prodotti di sintesi nella difesa fitosanitaria e usa i concimi utilizzabili in agricoltura biologica può ottenere dal suo frutteto delle produzioni biologiche che potranno essere certificate da un Ente certificatore.
Nella conversione in frutteto biologico di un terreno agricolo prima coltivato a mais bisogna innanzitutto considerare che la coltivazione del mais, se non in regime di coltura biologica, si attua sicuramente con l’impiego di concimi chimici e diserbanti distribuiti all’epoca della semina o subito dopo di essa. Trascorsi 5-6 mesi, l’effetto delle concimazioni chimiche si può considerare quasi del tutto esaurito, poiché la pianta di mais è una coltura depauperante del terreno, cioè una coltura che asporta da esso grandi quantità di elementi nutritivi. Sulle colture frutticole impiantate dopo il mais l’effetto residuo del diserbante è da ritenersi del tutto trascurabile; mentre i residui nel terreno, dopo l’asportazione del cereale, possono ancora esistere, seppure in misura estremamente bassa. L’impiego di abbondanti concimazioni organiche, in questo caso del buon letame maturo di 8-12 mesi, potranno molto migliorare la situazione fisicochimica del terreno. Inoltre dobbiamo sempre tenere in considerazione il fatto che l’impianto di un frutteto, sia esso di drupacee o di pomacee, impiega alcuni anni (dai 2 ai 4) a entrare in produzione, per cui certamente a quel tempo non ci sarà nulla da temere. Se il nostro lettore non impiega prodotti di sintesi nella difesa fitosanitaria e usa i concimi utilizzabili in agricoltura biologica può ottenere dal suo frutteto delle produzioni biologiche che potranno essere certificate da un Ente certificatore.
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