Actinidia arguta o «mini kiwi», piccolo frutto del benessere

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la Redazione
17 novembre 2023

Considerata un piccolo frutto, questa specie ancora poco diffusa nella frutticoltura su grande scala è adatta anche per la coltivazione in un giardino; fornisce frutti di buon sapore, con un alto contenuto in vitamina C e un marcato effetto lassativo

In Estremo Oriente, e in modo particolare in Cina, Giappone e Corea, esistono centinaia di specie di actinidia, molte delle quali vivono allo stato spontaneo. Oltre ad Actinidia deliciosa e Actinidia chinensis, di cui esistono frutti di grossa dimensione e buona conservabilità e che ormai hanno trovato ampio spazio nella coltivazione e nella commercializzazione, esiste anche l’Actinidia arguta, una specie per la quale attualmente si manifesta un certo interesse.

Actinidia arguta è una pianta che in Cina si trova allo stato selvatico e ha moltissime varietà. Per il momento la sua coltivazione su grande scala è marginale, solo qualche coltivatore intraprendente ha cominciato a effettuare qualche timido impianto. In Italia si stimano attualmente circa 100 ettari coltivati con Actinida arguta principalmente dislocati nelle aree del Nord del Paese (Trentino, Veneto e Piemonte in particolare).

La fioritura avviene circa intorno alla prima decade di maggio. I frutti sono di forma tendenzialmente allungata, in relazione alla varietà, di pezzatura tendenzialmente piccola e variabile dai 5-10 grammi ai 20-25 grammi. La polpa è acidula e dolce, di scarsa conservabilità; in celle frigorifere attrezzate (-1° C) la durata è di 2-3 mesi. La buccia è liscia e la colorazione varia dal verde al rosato al violaceo. I frutti vengono consumati senza togliere la buccia, sono ricchi di vitamina C, di Vitamina P e hanno un marcato effetto lassativo. All’interno della polpa vi sono numerosissimi semi molto piccoli di colore nero che non si avvertono quando si mangiano.

Clima e terreno

L’Actinidia arguta è una pianta di grande rusticità e resistenza al freddo, tanto che viene coltivata anche in zone fredde come la Russia, dove la temperatura scende a oltre meno 20 °C. Date queste caratteristiche si può ipotizzare un suo areale di coltivazione più ampio rispetto a quello dell’actinidia comune, e che possa spingersi fino a ridosso dell’areale di coltivazione del castagno.

In Italia settentrionale si possono osservare piante di arguta coltivate in montagna ad altitudini prossime ai 1.000 metri. Per quanto concerne il terreno non ha particolari esigenze: piante belle e produttive vengono coltivate nelle golene del Po nel cremonese, nei terreni alluvionali e molto ciottolosi del veronese e nel Friuli, e in terreni argillosi come alcuni dell’Emilia Romagna.

Sicuramente è una pianta molto rustica che difficilmente evidenzia carenze di elementi minerali, come spesso capita di osservare nell’actinidia Hayward o in alcune varietà a polpa gialla, dove le carenze da ferro, magnesio e manganese sono sempre in agguato. Anche per quanto riguarda l’irrigazione le esigenze dell’arguta sono di molto inferiori a quelle dell’actinidia classica.

Varietà

La gamma varietale disponibile è per il momento molto ridotta, tuttavia presso alcune università sono stati allestiti dei campi sperimentali per verificare le caratteristiche di molte varietà; presso l’Università di Udine, per esempio, ne sono in osservazione una quindicina, alcune delle quali promettenti:

  • Ananasnaya, varietà molto rustica e resistente al freddo, di vigoria elevata. Epoca di maturazione 5 settembre.
  • Issai, varietà rustica, di vigoria media, considerata autofertile. Epoca di maturazione: 25 agosto.
  • Jumbo, varietà discretamente rustica, di vigoria elevata. Epoca di maturazione: 15 agosto.
  • Ken’s Red, varietà rustica, di vigoria media. Epoca di maturazione: 1 settembre.
  • Weiki, varietà particolarmente resistente al freddo, di vigore medio, epoca di fioritura precoce. Epoca di maturazione: 20 agosto.

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