

Ho acquistato, per il consumo familiare, due piante di vite innestate con uva pizzutella, una bianca, l’altra nera. Una delle piante si è seccata (non so se la bianca o la nera) e la sopravvissuta è stata potata; inoltre una talea ha attecchito ed è anch’essa in fase di crescita. Ancora non hanno fruttificato ma presentano entrambe sulle foglie delle macchie color ruggine, in rilievo, carnose, mentre sulla pagina inferiore, in corrispondenza delle macchie, mi sembra di scorgere una presenza fungina. Potreste dirmi di che malattia si tratta e cosa può provocare sui frutti?
La risposta della redazione.
Si tratta di un banale attacco di erinosi, causato da un acaro, l’eriofide della vite. Gli attacchi si manifestano in maggio- giugno con galle (rigonfiamenti) di 4-6 mm sulla pagina superiore delle foglie. Sulla pagina inferiore si nota un feltro, dapprima biancastro, che tende poi a diventare color ruggine. Il feltro non è causato da funghi ma da ipertricosi, cioè da una grande produzione di peli fogliari dovuti alla reazione della foglia alle punture degli acari. Non ci sono rischi per il futuro delle piante, per cui di norma non si fanno trattamenti appositi. Comunque, se si vuole fermare l’attacco è sufficiente un’applicazione di zolfo in polvere-80 (bio, non classificato), alla dose di 30-40 grammi per vite adulta, da distribuire, con un soffietto, in prefioritura (metà maggio circa) e da ripetere eventualmente a fine giugno. Il trattamento con zolfo è lo stesso che si effettua per combattere l’oidio.
Si tratta di un banale attacco di erinosi, causato da un acaro, l’eriofide della vite. Gli attacchi si manifestano in maggio- giugno con galle (rigonfiamenti) di 4-6 mm sulla pagina superiore delle foglie. Sulla pagina inferiore si nota un feltro, dapprima biancastro, che tende poi a diventare color ruggine. Il feltro non è causato da funghi ma da ipertricosi, cioè da una grande produzione di peli fogliari dovuti alla reazione della foglia alle punture degli acari. Non ci sono rischi per il futuro delle piante, per cui di norma non si fanno trattamenti appositi. Comunque, se si vuole fermare l’attacco è sufficiente un’applicazione di zolfo in polvere-80 (bio, non classificato), alla dose di 30-40 grammi per vite adulta, da distribuire, con un soffietto, in prefioritura (metà maggio circa) e da ripetere eventualmente a fine giugno. Il trattamento con zolfo è lo stesso che si effettua per combattere l’oidio.