Come proteggere o recuperare le chiome dai danni da abbondanti nevicate

Potatore Asta FERCAD (1)
la Redazione
29 gennaio 2021

A causa di eventi climatici avversi gli alberi, sia ornamentali che da frutto, o gli arbusti possono subire dei danni più o meno gravi che interessano, a seconda della pianta, solo i germogli non ancora lignificati, rami giovani, oppure arrivare a compromettere l'intera chioma.

L’ideale è intervenire a inizio inverno per prevenire eventuali danni. Per esempio per evitare che la neve si accumuli sulla chioma di piante come cipresso, tuja, fillirea, oleandro, ligustro, pittosporo e nandina e di conifere a portamento compatto causando la rottura di rami, di grosse branche o la perdita della loro tipica forma, è possibile legare i rami tra loro usando legacci come corde in canapa, rafia naturale o gli appositi fili in gomma (PVC) reperibili nei negozi di articoli giardinaggio. In molti altri casi, però, quando si verificano nevicate molto abbondanti, l’ideale è rimuovere prontamente la coltre affinché non danneggi i rami. 

Le eccezionali nevicate di quest’anno in molte zone d’Italia hanno sicuramente preso alla sprovvista, con conseguenti danneggiamenti a rami o branche. In tali casi la potatura di recupero dovrà necessariamente essere commisurata all’intensità dei danni accusati dalle piante. I danni peggiori sono quelli che determinano la rottura delle branche principali con un angolo di inserzione troppo aperto e/o eccessivamente ricche di vegetazione nella parte apicale. Le branche primarie spezzate dal peso della neve vanno accorciate in corrispondenza di una ramificazione laterale, se la rottura è avvenuta in un tratto intermedio, o all’inserzione sul tronco se la rottura è avvenuta nella parte basale. Dopo aver rifilato i punti di rottura, è bene disinfettarli con mastice per innesti, che presenta anche un’azione fungicida.

A seconda della specie ed età delle piante, il diametro dei rami può richiedere l’uso di attrezzi molto diversi tra loro. Gli svettatoi, attrezzi costituiti da un gruppo di taglio (forbici, seghetti o roncole) fissato all’estremità di un’asta telescopica, consentono, a seconda del modello, il taglio di rami di dimensioni ridotte.

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Considerando però che le branche hanno generalmente ben altre dimensioni, per raggiungere senza l’uso di scale quelle più soggette ai danni da neve e più distanti dal fusto e dalla base, può rivelarsi molto utile ricorrere ai potatori ad asta fissa o telescopica.

I modelli a batteria, molto semplici da riavviare anche dopo un lungo rimessaggio invernale, facili da accendere e manovrare, a zero emissioni dirette e dalla ridotta rumorosità rispetto a quelli con motore a scoppio, sono particolarmente adatti per lavorare in zone residenziali. Si tratta di attrezzature che ci possono garantire una portata massima fino a 5 metri, costituite da un gruppo di taglio montato su un’asta tubolare di tipo fisso o telescopico solitamente realizzata in alluminio. Fercad_IMMAGINE 2 PER ARTICOLO 1

Per un utilizzo più ergonomico, i potatori ad asta possono essere dotati di un rivestimento in gomma che ne agevola la presa e di una tracolla regolabile per bilanciare la distribuzione del peso sulle braccia dell’operatore. Su alcuni modelli professionali, il gruppo di taglio è posizionato a sinistra per ottimizzare la visuale durante le operazioni di taglio.

I modelli alimentati con batteria ricaricabile agli ioni di litio (36V), garantiscono un ottimo rapporto peso/potenza. La velocità della catena varia dai 10 ai 20 m/s, mentre la lunghezza del gruppo di taglio varia dai 250 mm fino ai 300 mm. 

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