Occhio di pavone, malattia dell’olivo derivante da microclima umido

occhio-di-pavone
la Redazione
5 maggio 2023

Detto anche cicloconio, l'occhio di pavone è una malattia fungina che può avere gravi ripercussioni sulla produzione di olive

L’occhio di pavone è una malattia fungina provocata da Spilocaea oleagina. Il patogeno è favorito da un ambiente umido e ombreggiato dovuto ad avverse condizioni climatiche, distanze insufficienti tra le piante o potature mal eseguite. La temperatura ottimale per lo sviluppo del fungo è compresa tra 10 e 20 °C, ma l’infezione può avvenire anche tra 5 e 25 °C, condizioni queste che si verificano generalmente in primavera e in autunno.

La malattia si manifesta sulle foglie, in particolare sulla pagina superiore: quando vengono colpite, le foglie presentano delle macchie circolari concentriche. Solo in caso di forti attacchi il fungo può aggredire anche i giovani rami e i frutti, che in questo caso si caratterizzano per piccole tacche depresse di colore bruno scuro e con tendono a cascolare precocemente.

I forti attacchi, soprattutto nelle varietà sensibili (Ascolana tenera, Carolea, Coratina, Frantoio, Itrana, Moraiolo, Nocellara del Belice Pendolino ecc.), determinano gravi ripercussioni sulla produzione. Dall’infezione alla comparsa dei sintomi passano da alcune settimane a qualche mese, in dipendenza delle condizioni ambientali.

Difesa da occhio di pavone

La difesa è generalmente preventiva e si svolge in due periodi fondamentali: a inizio primavera (prima della ripresa vegetativa) e in autunno (prima o dopo la raccolta, in funzione della piovosità e del giudizio dei tecnici o in base ai bollettini locali), in condizioni meteorologiche normali. Se in tali periodi il decorso stagionale fosse poco piovoso, può essere sufficiente un solo intervento anticrittogamico. Se invece in primavera piove molto, è necessario ripetere il trattamento a circa un mese di distanza; in caso di autunno piuttosto piovoso, si può trattare prima e dopo la raccolta, sempre nel rispetto dei tempi di sicurezza. È consigliato, comunque, non superare i tre trattamenti annui, se non in caso di eccezionali annate con abbondanti precipitazioni.

Per intervenire sono consigliati i prodotti a base di rame, che vanno somministrati secondo le indicazioni riportate in etichetta.

Vuoi restare sempre aggiornato sulle ultime novità di Vita in Campagna?

Approfondimento

actinidia-arguta Frutteto
Actinidia arguta o «mini kiwi», piccolo frutto del benessere In Estremo Oriente, e in modo particolare in Cina, Giappone e Corea, esistono centinaia di specie di actinidia, molte delle quali vivono allo stato spontaneo. Oltre ad Actinidia deliciosa e… (continua)
analisi-terreno Frutteto
Analisi del terreno: il campionamento Le caratteristiche del terreno sono molto variabili e non è possibile ottenere campioni omogenei e attendibili su superfici troppo vaste, superiori a 2 ettari. Dalla superficie da campionare vanno escluse le… (continua)
Vuoi restare sempre aggiornato sulle ultime novità di Vita in Campagna?
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER