Il lombrico comune, un «aratro vivente» di grande utilità per l’agricoltura

lombrico
18 aprile 2023

Il lombrico comune, noto più semplicemente come verme di terra, ha una vita straordinaria e piena di aspetti curiosi. Contribuisce addirittura alla formazione del paesaggio rurale, ma l’aspetto più importante del lombrico è quello legato alla sua grande utilità in agricoltura

Il lombrico comune, piccolo invertebrato strisciante che in qualcuno suscita ribrezzo, è considerato dagli scienziati uno degli animali più importanti al mondo. La loro importanza fondamentale per il terreno deriva dal fatto che lo ossigenano e lo rendono fertile rimescolando continuamente gli strati più profondi, ricchi di minerali, con quelli superficiali dove si accumulano detriti animali e vegetali. A chiamarli «aratri viventi» fu Charles Darwin che nel suo ultimo libro «The formation of vegetable mould through the action of worms, with observations on their habits» (La formazione del terriccio vegetale per l’azione dei vermi terrestri con osservazioni sulle loro abitudini), pubblicato nel 1881, spiega come questi animaletti nel corso dei millenni abbiano contribuito alla formazione del paesaggio rurale erodendo, trasportando e scomponendo roccia e pietre. È davvero difficile pensarlo, eppure, in base ai calcoli di Darwin, il lavorio dei lombrichi che «masticano» suolo forma ogni dieci anni dai 2 ai 6 centimetri di nuovo terriccio.

I lombrichi vivono preferibilmente nei terreni argillosi, che colonizzano nei diversi strati. Tutte le specie si nutrono principalmente di materia vegetale morta e di altre sostanze organiche che trovano mentre scavano le gallerie, insinuandosi anche in suoli duri e cosparsi di detriti. Arano il terreno favorendo la circolazione dell’aria e il drenaggio dell’acqua, e lo concimano con i loro scarti organici ricchi di azoto e sali minerali. Il lombrico mastica tutto ciò che trova sul suo cammino e fa passare questo materiale attraverso l’esofago, fino allo stomaco. Le parti nutritive vengono assimilate, mentre quelle di scarto sono espulse sotto forma di caratteristici cumuli che appaiono come terriccio morbidissimo. Il terreno che passa attraverso il corpo del lombrico, e che viene poi espulso, risulta ammorbidito e arricchito di succhi gastrici che favoriscono l’aggregazione delle microparticelle di terra, aggregazione che consolida i minerali del terreno rendendolo più resistente all’azione dilavante dell’acqua piovana.

Si calcola che il numero dei lombrichi possa superare gli otto milioni per ettaro e che in un anno la quantità del terriccio smosso e rimescolato (e quindi reso più fertile) arrivi ad oltre 60 tonnellate per ettaro. In pratica, una vera e propria fabbrica naturale di fertilizzanti!

Vuoi restare sempre aggiornato sulle ultime novità di Vita in Campagna?
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER