Potatura dell’olivo in produzione, quando e come

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la Redazione
31 gennaio 2023

In questi ultimi anni raramente abbiamo avuto inverni con lunghi periodi di freddo, casomai, si sono verificati dei momenti di breve gelo, limitati a due o tre giorni. Questo rafforza la tendenza che siamo in presenza di una fase climatica in cui, in tutte le stagioni, le temperature medie sono in aumento, con estati sempre più calde e inverni più miti. Per questo motivo alcune pratiche agronomiche (come nel caso della potatura invernale) dovranno essere eseguite seguendo particolari accorgimenti

Prima di procedere alla potatura dell’olivo bisogna prendere in esame la stagione invernale appena passata. In base alla tendenza climatica dell’ultimo periodo, si presume che l’inverno non sarà gravoso per l’olivo. Questo è un bene, considerando che è una pianta poco disponibile alle basse temperature (inizia a soffrire quando le temperature scendono sotto i 3-5 °C). Tuttavia, come tutte le piante, l’olivo ha la necessità di rimanere per un determinato periodo in condizioni di basse temperature per soddisfare il suo «fabbisogno in freddo». Se le gemme non hanno accumulato questo «fabbisogno in freddo», è facile che recuperino la loro normale attività più lentamente, ritardando così la fioritura, oppure sviluppandola irregolarmente o in maniera insufficiente; le gemme possono anche deperire e cadere naturalmente con importanti ripercussioni negative sulla produzione.

Per limitare tali conseguenze, l’olivicoltore non può altro che adottare una potatura dell’olivo che si adatti a mantenere il più possibile produttivo l’olivo, principalmente non affaticandolo con energici tagli, ma riducendone l’intensità, soprattutto della fronda fruttifera. Sarà così bene ritardare gli interventi di potatura nella seconda quindicina di marzo cioè quando, sui rami di un anno di età, si possono individuare le gemme a fiore (di forma tondeggiante e più grandi di quelle di vegetazione) che daranno origine a mignole, e regolare così l’intensità dei tagli in funzione del potenziale carico produttivo presente. In questo modo si eviterebbero anche condizioni di umidità ambientale elevata favorevoli allo sviluppo di malattie crittogame e si limiterebbero anche i rischi di eventuali danni da ritorni di freddo.

Premettendo che la forma di allevamento che meglio risponde alle molteplici esigenze è il vaso policonico, per non deprimere eccessivamente il potenziale produttivo, la fronda fruttifera non va tagliata più del 20%. Potature intense, con il taglio di oltre il 50% della fronda fruttifera, creano condizioni favorevoli a un maggior sviluppo di vegetazione, con il pericolo di indurre una lenta ripresa produttiva. Al contrario, potature d’intensità troppo leggera, con tagli inferiori al 10% della fronda fruttifera, soprattutto su olivi rigogliosi, porterebbero ad avere chiome folte, che aumenterebbero la possibilità sia di infezioni fungine sia di ombreggiamenti responsabili di sfavorire la fioritura e l’allegagione.

Nel procedere con i tagli si dovranno eliminare:

  • i rami secchi, malati, non più produttivi o senza foglie perché non concorrono più alla produzione di fotosintesi clorofilliana;
  • le branchette vicine al tronco principale, che si inclinano verso l’interno della chioma;
  • i polloni basali e i succhioni che si sviluppano nella chioma, salvo che non servano per ridare forma o vigore all’olivo;
  • i rami che si presentano biforcuti, che non garantiscono la lineare circolazione della linfa, perché riducono la vigoria e l’efficienza della chioma, causando un precoce invecchiamento della pianta.

Conclusa la potatura, la chioma dovrà avere caratteristiche tali da evitare i ristagni di umidità che facilitano lo sviluppo di parassiti fungini.

In quale periodo dell’anno bisogna procedere con la potatura dell’olivo?

La potatura di produzione dell’olivo si esegue soprattutto durante il riposo vegetativo ed, eventualmente, in estate, in piena attività vegetativa, per eliminare i rami vegetativi che non portano la produzione (succhioni e polloni). Nelle zone miti si può iniziare durante l’inverno e arrivare a marzo, mentre in quelle relativamente fredde è fondamentale lasciarsi alle spalle le temperature rigide invernali per non rischiare i danni da gelo. È pertanto consigliabile svolgere le operazioni da metà febbraio ad aprile.

Una potatura tardiva (da fine aprile in poi) deprime lo sviluppo dei germogli, perché in questo periodo le sostanze di riserva sono già state traslocate negli stessi per supportare la loro crescita. Dunque con un intervento tardivo causiamo una perdita più o meno consistente di risorse, che è accettabile solo per olivi molto vigorosi. La potatura da metà maggio a inizio giugno (periodo della fioritura) è assolutamente sconsigliabile, perché può interferire con i delicati processi della fioritura e allegagione.

La potatura estiva si effettua da metà luglio a metà settembre per eliminare i succhioni (rami a legno sorti sulle branche principali, vigorosi e a sviluppo verticale) e i polloni (rami a legno sviluppatisi sul colletto) solamente se essi sono in eccesso e causano ombreggiamento e intralcio ai trattamenti e alla raccolta.

Alcuni consigli conclusivi

Ecco qualche suggerimento utile per eseguire al meglio un’operazione importante qual è la potatura di produzione.

  • Prima di iniziare la potatura è molto importante documentarsi per conoscere l’anatomia, la fisiologia dell’olivo e la forma di allevamento che si vuole dare alle proprie piante.
  • Quando si conosce bene l’olivo ci si accorgerà che è necessario «ragionare» con le piante più che imporre con tagli eccessivi la propria volontà. La potatura deve guidare anziché forzare le piante verso la massima produzione e il contenimento dei costi.
  • Al fine di ridurre il tempo, e quindi il costo degli interventi, bisogna eseguire i pochi tagli necessari ma in maniera decisa e in un tempo prefissato. Al contrario non si deve «sforbiciare» senza
    sapere quello che si vuole ottenere.
  • Bisogna costruire con il tempo una struttura geometrica razionale e semplice, con poco legno e molta foglia (il vero «motore» della pianta).
  • Per ovvi motivi di sicurezza bisogna abbandonare le scale e imparare a utilizzare gli ormai diffusissimi attrezzi agevolatori con asta allungabile quali svettatoi e segacci, che consentono di
    eseguire le operazioni da terra.

Pertanto una potatura eseguita bene deriva da un obbiettivo definito a priori e da un’attenta pianificazione del lavoro, che deve essere svolto sapientemente e in sicurezza. Un lavoro che non si ferma alla sola potatura ma che necessariamente deve abbracciare anche tutte le altre operazioni colturali.

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