Dalla crisi sanitaria sono emerse nuove sfide e opportunità per il benessere degli animali domestici: l'importanza delle adozioni consapevoli e della lotta al randagismo
La pandemia di Covid-19 ha messo in luce una problematica annosa nel rapporto tra uomini e animali domestici: se da un lato cani e gatti sono stati per molti una presenza fondamentale durante il lockdown, dall’altro è emersa con forza la questione del randagismo e degli animali abbandonati.
Nonostante in Italia una famiglia su due ospiti un animale domestico, sono ancora troppi i quattrozampe che vivono per strada o nei rifugi. Durante i mesi più duri della pandemia, i cani e gatti randagi hanno sofferto particolarmente la mancanza di cibo e assistenza. Inoltre, la chiusura forzata di canili e gattili ha reso impossibili le adozioni, condannando gli ospiti a un isolamento ancora più pesante. Le difficoltà non si sono limitate agli animali senza casa. Anche le associazioni e i comuni che gestiscono i rifugi hanno subito danni economici, non potendo organizzare eventi di raccolta fondi. A peggiorare la situazione si è aggiunta la paura infondata che gli animali domestici potessero trasmettere il virus, portando a un aumento degli abbandoni.
La crisi ha colpito duramente anche gli animali di proprietà di persone malate, spesso lasciati senza cure. Fortunatamente, molti volontari si sono mobilitati per accudirli, supportati anche da un protocollo della Protezione Civile. L’impossibilità di effettuare sterilizzazioni per diversi mesi ha inoltre causato un boom di cucciolate indesiderate.
Di fronte a questo scenario, gli esperti sottolineano l’importanza di preferire l’adozione all’acquisto di animali. Troppo spesso si cercano cuccioli di razza senza informarsi adeguatamente sugli allevamenti, alimentando un business milionario che penalizza ulteriormente gli animali nei rifugi. Adottare un cane o un gatto adulto può invece rivelarsi un’esperienza estremamente gratificante.Per contrastare il randagismo, è fondamentale promuovere la sterilizzazione e sensibilizzare i cittadini. Molti credono erroneamente che sia un intervento invasivo, senza comprenderne l’importanza per evitare nascite indesiderate e vite di stenti. In caso si avvisti un animale vagante, è bene contattare le autorità competenti che si occuperanno del recupero e dei controlli sanitari.
Le colonie feline rappresentano un caso particolare, tutelate da leggi regionali e gestite prevalentemente da volontari. È obbligatorio segnalarne la presenza al servizio veterinario comunale per un corretto censimento. In alcune città esistono addirittura patentini e albi per i cittadini che se ne prendono cura, rivelatisi molto utili durante l’emergenza Covid. La situazione resta critica anche nelle zone colpite dal terremoto in Abruzzo, dove i volontari continuano instancabilmente il loro lavoro di assistenza e ricerca di adozioni per i tanti animali abbandonati. L’emergenza è costante, soprattutto a causa della mancanza di una cultura diffusa sulla corretta gestione degli animali.
La crisi degli scorsi anni ha evidenziato quanto sia importante un approccio responsabile verso gli animali domestici. Adozione consapevole, sterilizzazione e sensibilizzazione sono le chiavi per garantire il benessere dei nostri amici a quattro zampe e ridurre il drammatico fenomeno del randagismo. Solo con l’impegno di tutti sarà possibile costruire una società più attenta e rispettosa verso gli animali.