
Come ogni inverno, sul Guyot si elimina il tralcio che ha prodotto e si seleziona il nuovo tralcio che porterà i grappoli
Come funziona la vite
La vite produce le gemme – da cui si svilupperanno i fiori e i grappoli – sui tralci dell’anno, nati dal legno dell’anno precedente.
Per questo motivo, durante la potatura invernale, è fondamentale eliminare i tralci che hanno già prodotto e conservare quelli nuovi, che garantiranno la produzione futura.
Un corretto ciclo di potatura consente di mantenere la vite in equilibrio vegeto-produttivo, evitando un eccessivo sviluppo della parte legnosa e assicurando grappoli di qualità.
La struttura della vite allevata a Guyot
Il sistema di allevamento Guyot è uno dei più diffusi nella viticoltura moderna per la sua semplicità ed efficacia.
La vite a Guyot presenta un tronco alto 50–80 cm, posizionato circa 20–25 cm sotto il filo portante, in modo da consentire una curva dolce del capo a frutto.
A seconda della forma di allevamento si distinguono due principali varianti:
- Guyot orizzontale, il sistema più comune nei vigneti italiani;
- Guyot ad archetto, consigliato per vitigni come il Nebbiolo, dove la curvatura favorisce una migliore distribuzione della linfa.
I tre tagli fondamentali della potatura della vite
La potatura di produzione della vite, che si effettua dopo il periodo più freddo dell’inverno, prevede tre interventi cesori principali:
- Taglio del passato
- Taglio del presente
- Taglio del futuro
Ognuno di questi tagli ha una funzione precisa per il corretto equilibrio e la continuità produttiva della pianta.
Taglio del passato: eliminare il tralcio che ha prodotto
Il taglio del passato consiste nell’asportare il capo a frutto dell’anno precedente, ovvero il tralcio che ha già portato grappoli.
Questo taglio deve essere effettuato lasciando un moncone alto circa due volte il diametro del tralcio, per evitare necrosi e preservare la testa della vite.
Dopo il taglio, si procede con la stralciatura, cioè la rimozione dei tralci dell’anno inseriti su quello produttivo, che spesso si attorcigliano ai fili tramite i viticci.
Taglio del presente: selezionare il nuovo capo a frutto
Il taglio del presente serve a scegliere il nuovo tralcio produttivo, che diventerà il capo a frutto per la prossima stagione.
Il tralcio selezionato deve essere:
- ben lignificato;
- di diametro simile a una matita;
- di lunghezza media, con internodi regolari.
Dopo averlo privato delle femminelle e spuntato alla lunghezza desiderata, si lega al filo orizzontalmente o ad archetto.
Generalmente il capo a frutto porta 6–12 gemme fertili, a seconda dello spazio e della vigoria della pianta.
Consiglio pratico: la spuntatura va fatta solo dopo aver steso il capo a frutto, per evitare tagli eccessivi. È utile anche lasciare tralci alternativi fino al completamento della legatura, in caso di rotture accidentali.
Taglio del futuro: lasciare lo sperone per l’anno successivo
Il taglio del futuro è quello che garantisce la continuità produttiva della vite.
Si lascia uno sperone di 1–2 gemme, dal quale nasceranno i tralci dell’anno successivo. Questo accorgimento permette di mantenere la forma e l’altezza costante del tronco nel tempo.
Durante la potatura seguente:
- il tralcio basale dello sperone diventa il nuovo sperone (taglio del futuro);
- il tralcio apicale diventa il nuovo capo a frutto (taglio del presente).
In alcuni casi si lascia uno sperone con una sola gemma, sfruttando le gemme di corona per contenere ulteriormente la crescita in altezza e favorire un portamento equilibrato.